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Ci occupiamo di borghi, di villaggi mediterranei, di sole, musica, enogastronomia, architettura vernacolare, economia circolare e promozione delle COLTURE, della CULTURA e del reinsediamento di FAMIGLIE nei paesi in via di spopolamento. Pensiamo che le famiglie ed i lavoratori da re-insediare nei borghi antichi, con il loro codice etico, religioso e simbolico contribuiscano a rendere coeso e a rigenerare il mondo dei villaggi mediterranei, contrastando così il fenomeno dell’abbandono dei borghi e l’indebolimento di tutta la struttura societaria, produttiva ed urbana dal Nord al Sud d’Italia, seguendo il grande modello delle comunità sorte intorno a Cassiodoro, San Basilio, San Benedetto e San Domenico. E inoltre, rispettando tempi e luoghi dei vecchi insediamenti, ma ponendo di nuovo in una connessione “trascendente” il vecchio con il nuovo, le intelligenze ed i cuori di oggi con la tradizione di ieri…

– Ogni età e intelligenza dev’essere trattata in modo adeguato.
(S. Benedetto da Norcia)

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Cultura Enogastronomia Società

Florio, tonno e marsala

Noti come i leoni di Sicilia, i Florio, erano in realtà una dinastia imprenditoriale calabro-sicula. Per noi Calabresi e la nostra società rappresentano un modello di impresa, lavoro, cultura e promozione dell’enogastronomia e del turismo mediterraneo, o anche più semplicemente come modello di stile di vita e di dieta mediterranea.

Per la Sicilia e l’Italia rappresentano un mito industriale. Per la Calabria, invece, un vanto, dato che i Florio provengono con i loro capostipiti da Bagnara Calabra, ancora oggi centro peschereccio della Costa Viola (Mar Tirreno) noto per il pescespada, i torroni, l’inconfondibile pizza.

La cittadina venne, infatti, abbandonata in fretta e furia alla fine del ’700 dai fondatori della dinastia, quando questo semplice villaggio di pescatori a picco sul mare, fondato nel medioevo (1085) ai piedi di un’abbazia voluta da Ruggiero il Normanno,  venne raso al suolo dal terribile terremoto del 5 febbraio 1783 (pare di magnitudine 7.0-7.5 della scala Richter).

Bagnara Calabra

Dopo questa terribile catastrofe, tuttavia, la storia dei Florio in Sicilia sarà invece ricca di fortuna, prestigio, invenzione e fiuto imprenditoriale. I Florio hanno, infatti, inventato il tonno sott’olio ed un must della dieta mediterranea: il vino liquoroso di Marsala. Ma soprattutto hanno collegato ai traffici mondiali, con la loro compagna di bandiera italiana e siciliana, il Sud ai flussi di import-export europei e mondiali dei prodotti enogastronomici mediterranei.

I Florio dunque sono un tipo ideale cui guardare come ispirazione e modello per la nuova impresa calabrese dedita all’export. Proprio perché i Florio rispondono alla storia di un cognome partito dal nulla e arrivato a incarnare l’idea stessa di Palermo e della Sicilia, dell’impresa del Sud e di un modello innovativo persino italiano.

Partono, come detto, in sordina, dopo il terremoto del 1783, avviandosi al commercio con la Sicilia con ripetuti viaggi dalla Calabria. Sino a che nel 1799 abbandonano definitivamente Bagnara Calabra. Perché proprio allora, Paolo Florio, insieme al fratello Ignazio, alla moglie Giuseppina, alla nipote Vittoria e al figlio neonato Vincenzo, prendono coscienza con l’ennesimo terremoto che violenta la propria casa, come un déjà vu dell’altro sisma che aveva già portato via i genitori, del fatto che il destino li vuole altrove.

Sarà, pertanto, la rabbia e la voglia di riscatto a spingere questo sparuto nucleo familiare oltre lo stretto di Messina, in una Palermo affascinante quanto spietata. E la zona di Via dei Materassai è dove si troverà la prima bottega​ dei Florio, ancora oggi cambiata non  molto, una stradina stretta, in cui persino oggi si può chiedere alla dirimpettaia di passare una brocca dell’acqua da un edificio all’altro.

Scatola originale di Tonno in oliva

DINASTIA DELL’ELEGANZA

Insomma, i Florio sono una famiglia di origine calabrese che si trasferisce a Palermo alla fine del ‘700 e che nel corso dell’800 è  protagonista di una straordinaria ascesa economica  fino a diventare, nella seconda metà  del secolo, una delle prime famiglie industriali italiane e ad entrare nella cerchia ristretta dell’alta aristocrazia finanziaria internazionale.

In Sicilia, e a Palermo in particolare, il nome “Florio” risuona di ricchezza, bellezza, eleganza magnifica, piaceri. E non richiama invece quel tipo di ricchezza  cui i siciliani sono tradizionalmente abituati e cioè la ricchezza dei “.. feudi accavallati ai feudi” di Lampedusiana memoria. La loro è una ricchezza diversa, quella che deriva dal lavoro, dall’applicazione costante e intelligente al commercio e all’industria, e che proprio per questo appare in un certo modo più sorprendente, più favolosa quasi, agli occhi di un  siciliano.  Insomma una ricchezza borghese di cui i Florio, nell’immaginario siciliano, ed oggi calabrese, rappresentano il modello ideale capace di suscitare ammirazione ed emulazione.

Botti di Marsala

Il destino siciliano dei Florio si compie attraverso quattro generazioni nell’arco di circa 130 anni, una parabola ampia quanto quella del regno normanno o di quello borbonico. La famiglia Florio, infatti, ebbe diversi esponenti di spicco che ne fecero la gloria. Tra questi, spiccano:

  • Vincenzo Florio senior: Il capostipite della famiglia e fondatore della Casa di Commercio Florio, fu lui a dare il via all’ascesa della famiglia nel mondo degli affari.
  • Ignazio Florio senior: Figlio di Vincenzo, Ignazio fu un visionario che ampliò ulteriormente l’impero commerciale della famiglia, investendo in diverse industrie, tra cui il settore vinicolo e delle conserve di pesce.
  • Vincenzo Florio junior: Figlio di Ignazio, Vincenzo fu un appassionato di sport e di arte; noto per aver fondato la famosa corsa automobilistica Targa Florio. Fu anche un importante mecenate delle arti.
  • Franca Florio (rappresentata in un noto dipinto del Boldrini): Moglie di Ignazio Florio Jr., Franca Florio era una nobildonna e socialite di grande importanza durante la Belle Époque. La sua influenza ha avuto un impatto significativo sulla famiglia Florio e sulla società dell’epoca.
Donna Franca (Boldrini)

La storia della famiglia Florio è, dunque, un racconto multigenerazionale di successo, un viaggio di ambizione e adattabilità. Tutto ha avuto inizio con Vincenzo Florio senior, un uomo d’affari lungimirante che ha fondato la casa di commercio Florio. Ma non si è fermato qui. Vincenzo e i suoi discendenti hanno continuato a costruire il loro impero, diversificando i loro investimenti in vari settori come la produzione di vino, le conserve di pesce e l’industria navale.

Ma ciò che ha davvero distinto i Florio è stata la loro capacità di cogliere le opportunità. Hanno creato una rete di relazioni commerciali che andava ben oltre la Sicilia, permettendo loro di accumulare una grande fortuna. E non si trattava solo di denaro. I Florio hanno esercitato una notevole influenza sulla società italiana e siciliana, lasciando un’impronta indelebile nella storia dell’isola e del Regno d’Italia.

Tonnara di Favignana

Purtuttavia, è soprattutto il momento  declinante della loro parabola ad essere rimasto nella memoria collettiva,  poiché il momento discendente ha segnato un’età (l’ultimo decennio dell’800 e il primo del ‘900) che, in retrospettiva, ci appare anche l’ultima stagione di vitalità e di bellezza per la città di Palermo.  Le devastazioni della guerra e soprattutto gli scempi della speculazione edilizia degli anni ’60 hanno fortemente deturpato e in alcuni casi, del tutto cancellato quella bellezza. Forse è anche per questo che il nome “Florio” si collega, soprattutto, nell’immaginario dei palermitani, a un sentimento di nostalgia.

La nostalgia per una bellezza perduta, ma anche per quello che la Calabria avrebbe potuto essere con i Florio, partiti da Bagnara Calabra e se mai essi fossero rimasti in questa regione. Alla nostalgia, però, si può contrapporre l’ispirazione che i Florio possono dare agli imprenditori di oggi, per ciò che può ancora essere e sarà in un futuro, se ci si dedicherà a raccogliere l’eredita delle molte idee imprenditoriali dei Florio, dal turismo all’industria alimentare ed enologica, dall’impresa di armamento navale  alla nautica e al design, che sono forse ancora oggi le idee migliori su cui puntare per uno sviluppo in armonia con le vocazioni sia dell’isola siciliana sia della loro terra d’origine, la Calabria.

Dai Florio dunque non solo memorie nostalgiche, ma forse anche l’indicazione di un cammino futuro.

PALERMO E I FLORIO

Comunque sia il tema dei Florio ci porta ad esplorare alcuni aspetti della cultura e della storia siciliane molto utili per leggere la Sicilia e Palermo in particolare, e le prospettive delle regioni italiane dalla cultura enogastronomica comune (mediterranea) come la Calabria, la Lucania e la Puglia.

Il mondo mediterraneo dei Florio

La storia dei Florio ha affascinato milioni di lettori grazie al bestseller di Stefania Auci, “I Leoni di Sicilia”. Il romanzo ripercorre le vicende dei Florio, dal loro arrivo a Palermo alla loro caduta, passando per i loro amori, le loro rivalità, le loro sfide. I Florio sono descritti come dei leoni, fieri e indomiti, che hanno saputo imporsi in una Sicilia turbolenta e in un’Europa in trasformazione. Ma, come detto, tutto nasce da una piccola famiglia di commercianti marittimi, i Florio appunto, originari di un piccolissimo centro peschereccio come Bagnara Calabra, un paesino calabrese sullo stretto di Messina. Da lì, infatti, nel 1799, Vincenzo Florio senior decise di tentare la fortuna a Palermo, dove aprì una bottega di spezie e tessuti, la Casa di Commercio Florio. E da quel momento, la famiglia Florio iniziò una scalata incredibile che la portò a dominare l’economia e la società siciliana, e poi quella italiana.

Tra i contributi della Famiglia Florio alla società siciliana, ricordiamo il loro sostegno alle arti e la cultura, finanziando artisti e promuovendo eventi culturali. In particolare, Vincenzo Florio junior, come accennato in precedenza, è noto per aver fondato la Targa Florio, una delle più antiche e prestigiose corse automobilistiche del mondo.

Florio: artigianato e industria

I Florio hanno anche contribuito allo sviluppo economico della Sicilia, creando posti di lavoro e promuovendo l’innovazione industriale. La loro influenza si è estesa anche alla politica, dove hanno svolto un ruolo chiave nel plasmare il futuro della Sicilia.

Oggi, la famiglia Florio è celebrata come una delle dinastie più potenti della Sicilia. Sono ricordati come pionieri audaci, imprenditori visionari e mecenati generosi che hanno contribuito a modellare il volto della Sicilia moderna. La loro storia continua a incantare e ispirare, come evidenziato dal successo del romanzo “I Leoni di Sicilia”. Nonostante le sfide che hanno dovuto superare, i Florio rimangono un simbolo di tenacia e trionfo, un esempio luminoso di come l’ambizione e l’ingegno possano portare a risultati straordinari.

MARSALA E TONNO

Ma la famiglia Florio non è solo famosa per la sua influenza e ricchezza, piuttosto anche per il suo contributo alla gastronomia siciliana, calabrese, italiana ed europea. Furono infatti i Florio a industrializzare la produzione del “Marsala”, un vino liquoroso (mediamente 15% di alcool), a venderlo nell’800 ad inglesi e francesi, e a fargli ottenere riconoscimenti internazionali. Prodotto nell’omonima Marsala, questo vino, con il suo sapore unico e la sua qualità superiore, è diventato un simbolo non solo della famiglia Florio, ma dell’intera Sicilia.

Panorama di Palermo

Invece, su tutt’altro versante, i Florio hanno avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’industria del “tonno” in Sicilia. Hanno creato stabilimenti per la pesca e la lavorazione del tonno, contribuendo a rendere il tonno uno dei prodotti di punta della cucina siciliana. Ne hanno persino inventato la conservazione “sotto olio”, basata sulla cottura del tonno “rosso” a vapore, metterlo in barattoli di vetro o latta, e conservandolo poi appunto in olio d’oliva, migliorandone la qualità e la durata. L’invenzione fu perfezionata negli stabilimenti Florio delle Isole Egadi, in particolare a Favignana, dove introdusse tali tecniche industriali di lavorazione e inscatolamento, che miglioravano antiche tecniche romane e cartaginesi. Il cui esito non si fece attendere; infatti, questa importante innovazione permise il trasporto e la conservazione nei circuiti internazionali dei mercati più lontani dalla Sicilia e dall’Europa e, così, ai Florio di diventare uno dei principali produttori di tonno di alta qualità.

In conclusione, questi due elementi, Marsala e tonno sott’olio, sono diventati simboli non solo della famiglia Florio, ma dell’intera Sicilia. Grazie al loro impegno e alla loro visione imprenditoriale, i Florio hanno contribuito a plasmare l’identità gastronomica della Sicilia, dell’Italia e della dieta mediterrana, lasciando un’eredità che perdura ancora oggi.