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Cultura Visione

Calabria Vista Mare

Quella parte di costa mediterranea che prende il nome di Calabria offre numerose tipologie di spiagge; alcune in base alla loro composizione (sabbia, massi, ghiaia e conchiglie) sono sabbiose, altre di ghiaia, di ciottoli e altre ancora di conchiglie.

Le belle spiagge del Mediterraneo Calabrese sono fra le più incantevoli di questo mare interno e ce ne sono alcune che devono ancora venir invase dai turisti, talmente sono nascoste, essendo note solo ai locali e agli alberghi che ne conservano la loro natura selvaggia.

Ci sono luoghi nelle coste della Calabria dove l’industria balneare di massa non è ancora arrivata. Si tratta di splendidi paradisi fatti di sabbia e acqua limpida dove è facile fuggire in cerca di relax.

Vista mare Davoli

UN TOUR IDEALE

Fra le più belle spiagge nascoste, lontano da quelle più affollate fatte di lettini, ombrelloni e locali in riva al mare, è possibile proporre un ideale tour.

San Giovanni (RC)

Una visita virtuale che tocchi le migliori località calabresi dove trascorrere delle vacanze al mare in assoluta tranquillità.

Lungomare (RC)

Partendo nel nostro itinerario da Ovest a Est, le prime spiagge che si incontrano sono nella costa Nord della Calabria, quelle di Diamante, San Nicola Arcella,

Pietragrande (CZ)

in quella mediana Falerna, Tropea, Nicotera,

Vista mare Tirreno

in quella Sud… Scilla.

Zambrone (Vibo)

Qui esistono ancora angoli di Mediterraneo dove il boom edilizio non è arrivato e che ricordano da vicino la Costa Brava o la Costa Azzurra o persino la sarda Costa Smeralda.

Cittadella del Capo (CS)

Ma, in un certo senso, com’era prima che il turismo, proveniente soprattutto da Inghilterra e Germania, arrivasse a trasformare economia e paesaggio.

Baia Carpino (Scalea)

TROPEA E LE ISOLE EOLIE

Le migliori spiagge della zona si trovano nascoste tra le scogliere di Tropea, a ovest dell’entroterra calabrese delle serre.

Vista mare Bagnara

Restando sempre in Calabria ma spostandosi verso il mare prospiciente le isole Eolie, non si può non considerare Capo Vaticano, un piccolo promontorio dotato di Faro con ancora intatto tutto il suo fascino selvaggio fatto di arbusti, rocce, fichi d’india e calette in cui trovare relax ed immergersi nel mare turchese.

Isola di Santa Maria (Tropea)

Inoltre, qui la cucina della gente del posto ha conservato gli usi rustici tipici del luogo, soprattutto nella costa settentrionale, la meno turistica, con i magnifici formaggi di Monte Poro.

Scilla, vista mare da Chianalea

COSTA IONICA

Passando alla costa ionica e orientale non si può non citare Le Castella, ricca di mete esclusive e spiagge VIP ma anche di insenature suggestive e meno frequentate come la riserva di Isola Capo Rizzuto.

Sibari

Non solo, il Golfo di Squillace offre i bellissimi litorali di Soverato e Davoli. E qui il meglio si raggiunge solamente arrivando dal mare, con una piccola imbarcazione che ci guidi ai bellissimi anfratti delle piscine di Cassiodoro.

Isola Dino (vista mare Tirreno)

Da non perdere anche le spiagge e le calette di Caminia, Pietra Grande e Montauro, tra scogliere e pinnacoli di granito che lasciano il segno.

Lugomare Falcomatà (RC)

Lungo la penisola sul versante ionico a Nord, invece, la destinazione per delle vacanze in spiaggia all’insegna del relax e della tranquillità si arricchisce di Roseto Capo Spulico, Crotone, Rossano e Strongoli, spiagge sabbiose e rocciose incastonate in chilometri di costa oramai prossima all’adriatico e alla Puglia, regione che condivide le caratteristiche delle vicine spiagge calabresi.

Scilla (galleria da Scilla a Chianalea)
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Architettura vernacolare

Portali dei borghi calabresi

Uno degli elementi architettonici più belli e suggestivi in un borgo è rappresentato dal portale di accesso dell’abitato, spesso un semplice arco o, qualche volta, persino una vecchia breccia nelle mura appena accennata come due stipiti sormontati da un architrave.

Si tratta alle origini spesso dell’accesso a poche casupole cinte da mura. Ma oggi come ieri, varcare questa soglia è la promessa del ritorno a casa, il tornare ad un luogo protetto, lontano dalla campagna e dalle sue fatiche per gli agricoltori, cioè da una campagna mediterranea sempre un po’ avara in Calabria coi suoi terreni argillosi, oppure dal lavoro svolto in città per i pendolari del borgo o, durante i mesi estivi, per i villeggianti è  il ritorno dal mare nella canicola in cerca della promessa di frescura al bar del paese, con qualche granita vicino alla fontana e in vista della Chiesa barocca.

Porta del Castello di Roseto Capo Spulico

Invece, questo entrare anche un po’ banale attraverso la soglia vuota del portale era nel medioevo l’ingresso in un mondo del tutto magico, quello dell’autentica sicurezza dai pericoli, della fine della paura e dell’angoscia nell’attraversamento di campagne insidiose, campi e rive intestate da briganti, predoni, ladri comuni, saraceni ed altre insidie dell’epoca, arrivando finalmente…all’interno del “Baglio” (con questo termine di definisce nel Medioevo un piccolo complesso abitativo con funzioni di difesa militare e di raccolta dei prodotti della terra, antesignano di quelli che in futuro potranno diventare feudi e borghi).

Porta del Castello della Valle (Fiumefreddo, CS)

La porta del Baglio dischiudeva il mondo civile, la difesa, la sicurezza, il focolare domestico, il presidio della proprie poche sostanze. Il Baglio era, insieme alla sua porta fortificata di ingresso, il nucleo originario del successivo abitato borghigiano, poi destinato a diventare paesino, paese, cittadina e infine, eventualmente, città.

Porta del borgo di Gerace

E di solito un “Baglio” aveva un presidio di guardie, presso la sua importantissima porta di accesso, che assumeva l’aspetto spesso di un portale, altre volte un semplice portone, molto di rado una massiccia porta fortificata in ferro e legno.

Porta e mura di Rossano

IL PORTALE DEL BAGLIO E LE ORIGINI DELLA CIVILTA’ DEL BORGO

Nel medioevo, in Calabria, ma anche altrove nel meridione, il Baglio deriva dall’antica Villa romana, l’originaria unità agricola e difensiva dei Latini, colonizzatori delle terre conquistate o stabilmente ridotte a “provincia”.

Interno del borgo di Gerace, porte e mura

Poi nel medioevo lo schema tipico del baglio riprende, amplia e diversifica l’antica struttura romana. Infatti da allora comprenderà, accanto alla costruzione centrale chiusa all’esterno da alte mura e con le aperture tutte rivolte all’interno della corte o cortile, – anche nuove unità immobiliari satelliti, all’interno e all’esterno (dependance, stalle, chiesa, armeria, ecc.).

Arco di ingresso a S. Giovanni in Fiore

Le mura perimetrali, senza aperture, erano una protezione contro nemici e intrusi.

Arco di ingresso a Nicotera

Ma in tutti i casi, alla fine, un portone d’ingresso permetteva l’accesso al grande cortile, ai carri agricoli e alle carrozze adibite al trasporto di persone.

Arco di entrata nel borgo di Gerace, sopraelevato con difese

Nell’edificio centrale con uno o più piani alti abitava il “padrone” e la sua famiglia. I piani bassi erano destinati ai contadini e al deposito delle provviste e dei foraggi.

Chiesa nella corte del borgo di Gerace

Se poi all’interno della corte o a suo esterno si sviluppavano altre casupole, – questo villaggio presto ingrandiva, dando luogo al nucleo dei futuri borghi.

Archi della Chiesa ad Amantea

Infatti, all’interno del cortile erano presenti anche le stalle. Altri locali poi man mano sorgevano e ampliavano la superficie da racchiudere tra le mura, locali che chiaramente servivano per il deposito degli attrezzi da lavoro, come ricovero delle carrozze padronali, oppure come abitazioni per familiari, servi, sacerdoti e altre figure necessarie all’economia del Baglio.

Archi e mura a Corigliano

L’etimologia della parola baglio riporta ancora in sé questi significati difensivi, militari e agricoli. Infatti, nel tardo latino medievale ballium è il cortile circondato da alti edifici o muri; molto simile alla parola siciliana balarm (casa fortezza), in cui un vassallo detto baiulo risiedeva e dominava.

Portone con stipiti

Vi è anche l’arabo bahah (cortile). Il verbo “βάλλω” (ballo) in greco antico significava “lanciare pietre e giavellotti”, “gettare giù da una rupe”, “colpire con frecce” (il che rimanda all’uso come fortezza militare del ballio).

Il termine è legato al piccolo arco detto balestra. In francese baille è il “luogo chiuso ma scoperto con peculiarità difensive”, che in Inghilterra si trasformò in bailey con il significato di “mura esterne di un castello” o “corte delimitata da mura”.

Ne rinascimento e fino al seicento il baglio coincide con il fenomeno della ri-colonizzazione di vaste aree agricole da parte dei “baroni”, i quali ricevevano vere e proprie “licenze di ripopolamento” (le Licentiae populandi), tramite la quale i nobili fondavano vere e proprie cittadine (le cosiddette “città di fondazione”).

Portone civile a bugnato

IL PORTALE COME ELEMENTO ARCHITETTONICO

Ora, per quanto detto, niente è più bello, sicuro e protettivo, anche a livello estetico, della “porta” del ballio o del successivo “borgo”.

Porta dipinta nel borgo

Dal latifondo si entrava nel feudo e da qui alle proprie case, si trattasse del popolo minuto, dei contadini, degli artigiani o del padrone del borgo. Tutti tornavano a casa dal portale principale.

Da qui si portava al baglio l’acqua dalle sorgenti. Dalla porta, spesso sopraelevata, era facile controllare il territorio e le stesse tavole di legno del portone miste a piastre, offendicoli e spuntoni di ferro erano, all’aspetto esteriore, già dei veri e propri luoghi fortificati, con poche piccole finestre esterne in legno, munite di inferriate, – che avvertivano con spavento gli intrusi dell’accoglienza poco ospitale che avrebbero ricevuto dalle mura (con lancio di pietre, frecce, olio bollente, ecc…un lancio di oggetti composito e pericoloso per gli assedianti di sotto, come bene avverte il termine greco “ballo”, lanciare, cui si ispira, pare, il termine “Baglio”).

Alle volte gli stipiti della porta erano in muratura di pietrame in opera con malta comune, di spessore variabile da un minimo di 0,50 metri fino a un massimo di 1,50 metri, rinforzate come le parti angolari dei muri, con gli architravi e gli stipiti in pietra scalpellinata. Un vero e proprio bastione!

Facciata del Santuario di S. Francesco (Paola)

La promessa di starvi dietro, però era allettante. Dal portale ci si affacciava immediatamente sull’interno del baglio-borgo, si vedevano i magazzini, la stalla ed una piccola chiesa (simboli di pace e quiete ritrovata).

Corte del convento di Paola

Spesso sulla porta si trovava una torre o una torretta di guardia (talvolta in Calabria alcune cittadine hanno, perciò, ancora nomi evocativi come “Torretta di Crucoli”).

Molte volte il portale d’ingresso dimostra influenze straniere, come quello con arco ad ogiva in stile arabo e delimitato da possenti mura coronate da merlature, come a dire che gli invasori erano stati assimilati o copiati anche nelle strutture difensive.

Portale ad Archi a sesto acuto (Fontana del santuario, Paola)

Altre volte il portone era sormontato da un balcone, a simbolo di una pace civile ormai raggiunta per sempre.

Esistono, d’altra parte, anche borghi molto antichi che hanno ancora la forma quadrangolare dei bagli padronali, con corte chiusa su tutti i lati, comunicante all’esterno a mezzo di un grande portone di legno con chiodatura eseguita a disegni orientali. In questi casi, il portone è spesso inserito in un portale ad arco a sesto pieno ribassato, fornito di rosone in ferro battuto. Qui il senso estetico della pace ha del tutto dimenticato i tempi bui delle difese casa per casa ed il portone è una semplice conquista della bellezza…

Sono invece del primi del ‘600, quelle vetuste architetture di quartiere, costituite da un corpo centrale con magazzini e da una grande cappella sul lato destro dell’interno, con un fontanile al centro. In questi casi spesso vi è un alto portale, tuttora decorato con grosse bugne rilevate. Il gusto barocco esprime ormai la stanchezza, l’oblio delle origini…ed oggi le città e le metropoli surclassano i borghi, che si spopolano, che non servono a nulla…forse, ma forse no!

Scilla (galleria dal porto turistico), archi come porte sul mare

…Basta entrare nel vecchio Borgo-Baglio, magari oggi è periferico e campagnolo come un “Barrio” dove tutti si conoscono, ma qui si può sorseggiare un tè verde all’ombra di un giardinetto, leggendo le ultime notizie da un tablet e… chattare con i propri amici, a Stoccolma in Erasmus.